Le parole di transizione migliorano la leggibilità di un testo.
Ma cosa sono?
Si tratta di singole parole o locuzioni che rendono un testo fluido, omogeneo e chiaro.
Senza di esse, in pratica, si avrebbe un testo composto da una serie di frasi messe una dopo l’altra e che il lettore dovrebbe far più fatica a collegare, contestualizzare, comprendere.
Quindi, a cosa servono le parole di transizione?
Le parole di transizione servono:
- a collegare parti del testo,
- approfondire,
- dare enfasi,
- spiegare i rapporti di causa ed effetto,
- dare ordine cronologico ai fatti descritti e molto altro.
Ecco qualche esempio che ci aiuterà ad avere una visione più chiara sulle frasi di transizione:
- Prima di tutto, esporrò i motivi di fatto. In secondo luogo, spiegherò i motivi di diritto su cui il giudice ha fondato la sua decisione.
- Ha violato il codice della strada, di conseguenza verrà sanzionato.
- Si stipulerà dal notaio al fine di attribuire pubblica fede all’atto.
- Nella compravendita è necessario il consenso delle parti affinché si realizzi il trasferimento della proprietà.
- Il contratto è un accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale. Per esempio, il contratto di lavoro subordinato dà vita al rapporto di impiego e costituisce diritti ed obblighi in capo a tutte e due le parti.
Insomma, le parole di transizione sono davvero essenziali e, come vedi, rappresentano il collante del testo, veri e propri “segnali stradali” che aiutano ad orientarsi.
Usare il giusto numero di frasi di transizione assicurerà al tuo documento un più elevato grado di efficacia in termini di comprensibilità e immediatezza.
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