Ne hai sentito parlare e ne sei incuriosito, ma che cos’è in parole povere il Design Thinking?
Si tratta di un metodo che consente di progettare soluzioni innovative (prodotti, servizi, processi) a problemi complessi mettendo al centro l’Essere Umano.
Ti sembra un po’ nebuloso?
Niente paura, ora ti spieghiamo meglio.
Un “problema complesso” è un problema poco delineato e non sufficientemente chiaro a colui che dovrà progettare una soluzione.
Se non si comprende precisamente quale sia il problema, molto difficilmente si potrà trovare una soluzione efficace.
Ed è qui che giunge in soccorso il Design Thinking.
Applicare il metodo permette, infatti, di sciogliere la complessità, scomporla, comprenderla.
Permette inoltre di ampliare la conoscenza del problema offrendo la possibilità di trovare soluzioni impensabili col grado di conoscenza iniziale.
Il modello Stanford
La forza del Design Thinking sta nel processo.
L’università di Stanford (California) ha codificato un modello a cinque fasi che si basa sulla ricerca di dati e informazioni riguardanti il target di riferimento – per esempio, l’utente per il quale si sta progettando un prodotto – sull’uso di tecniche di brainstorming e sul test.
Le fasi
- Empatizza
- Definisci
- Idea
- Prototipa
- Testa
Nei prossimi articoli analizzeremo in modo semplice ciascuna di queste fasi per comprendere meglio come si applica il Design Thinking e come si declina nel mondo giuridico.